Carola Pisaturo…Yes, It’s Cocoon Time!
Now it’s official:
Carola has entered the family of dj’s that this year once again will turn Amnesia into a magic place, thanks to Cocoon Ibiza – one of the most fascinating and legendary parties ever at La Isla.
It’s an enormous honour, it’s something that makes us sooo happy and proud.
And what about her?
We wanted to have a chat with her and, as usual, what we got back were words full of light, smiles, enthusiasm, humility as well determination.
Anyways: bear in mind, karma exists.
Honestly, were you expecting this?
Honestly? I was hoping for that. When last year Edgar – amongst the rest he takes care of Cocoon Recordings – and Jennifer (she’s my agent now) came to Italy to meet me in person, as there were already some ideas about me joining Coocon as an agency, I have to see we had a deep talk and Amnesia was one of the topics. Entering Cocoon didn’t mean playing at Amnesia and, seen in retrospective, this is very agreeable. We had the time to know better each other, that’s point, and to recreate a mutual path: Amnesia is a very important leg in this journey, I’m happy I’ve reached that point with the right maturity.
Actually Amnesia is a place with a story of its own. What do you expect from it? Have you ever been there before?
Yes, I attended some Cocoon Mondays as a pure clubber and, well, it’s one of the most astonishing experiences a music lover and a club culture fan can live. It’s hard to tell, as you’re lost in a whirlwind of sensations – the music, the lights, the settings, that wild CO2 that sends you right to paradise… Goosebumps, believe me!
Which track will be for sure part of your very first set as Amnesia Cocoon official artist there?
Still don’t know. I love to turn everything upside down, every time. Sure, we all have in mind the first record we’re supposed to play, a possible setlist, some tunes you use as a rescue remedy if you’re losing the hold on the dancefloor: but you know what, I think it’s really part of dj’s essence to upset, improvise, as you have to understand in real time what’s going on in front of you and deal with it. Sure, you may stay in a good, old comfort zone, but… how boring!
Do you have any “special place” in Ibiza?
Sincerely: I don’t know Ibiza that much. I’ve almost always been there during the highest season, there’s a great mess around, and always stayed for a very short time. But actually I had a gig there a couple of weeks ago, that means completely off season, and wow – it’s amazing! Consider I run a sort of Stendahl syndrome if it’s about the sea, of just the nature itself… and yes, I was thrilled. I discovered the magic power of the Island.
How things are going with Cocoon?
Well, this may sound like the usual crooked answer, but really, it’s twenty years that Cocoon is existing and, believe me, this is no casualty. Sven was able to create something that holds his same charisma. He was able to gather people who are amazing – professional, fair, good mannered and, most of all, passionate and enthusiastic. There’s a strong vibe: you work hard, everyone’s really serious and dedicated, so even a messy Neapolitan like me has been infected by all this… But everything’s done and accomplished with great sense of fun and happiness!
You’re playing more and more all around Europe: what about the differences from the local, Italian scene?
Apart from the smartphones? (laughing, publisher’s note) When I play with Sven I play in gigantic venues, when I’m by myself I play in reasonably smaller clubs: well, both are a great to me, a perfect training in both cases. Many times I play in certain cities for the very first time, and that’s really inspiring. Don’t think though there are so many differences between Europe and Italy: down here we have a very good standard.
You’re playing a lot in Italy as well, and now with Laterra you’re part of a “team play” – something that never occurred before in your career: how it feels like?
Laterra to me is home. We’re a bunch of friends that happened to work together, that’s it. We don’t need too many words, as the mutual love and respect are deep. Ralf is the boss of the story: he’s a visionary, a dreamer, but he’s as well the one I look up to when I feel lost for a moment and helps me to get back my full force. If karma exists, I’ve been lucky enough to be surrounded exactly by the kind of people I’ve always dreamt of to be surrounded with… and that’s amazing.
(we’re talking about summertime here, right, but have a listen to the delicious set Carola has delivered for Flash Artist, the agency directly linked to the Cocoon family, last winter!)
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Ora è ufficiale: Carola è entrata a far parte della famiglia di dj che renderà anche quest’anno l’Amnesia un posto veramente speciale grazie a Cocoon Ibiza, uno dei party più affascinanti e leggendari dell’Isla. Un grandissimo onore, una notizia che ci riempie di gioia. E lei? Come l’ha presa? Abbiamo voluto scambiare quattro chiacchiere. E come sempre accade con lei, sono parole piene di sorrisi, di entusiasmo, di umiltà ma anche di determinazione. E comunque sì: il karma esiste.
Onestamente, te l’aspettavi questa chiamata?
Onestamente? Ci speravo tanto. Quando l’anno scorso Edgar – che si occupa, tra l’altro, anche di Cocoon Recordings – e Jennifer (colei che poi è diventata la mia agente) sono venuti in Italia per conoscermi, quando c’erano i primi pour parler sul fatto che potessi entrare nella loro agenzia, devo dire che abbiamo avuto una lunga conversazione e fra le cose si è parlato proprio di Amnesia. Entrare in Cocoon non significava fare automaticamente l’Amnesia e questo, col senno di poi, è un discorso molto condivisibile. Abbiamo infatti avuto il tempo di conoscerci e di fare un percorso assieme: l’Amnesia è una tappa importante, sono contenta di esserci arrivata con la giusta maturità.
E in effetti l’Amnesia è un club con una storia non da poco. Cosa ti aspetti? Ci sei già stata per i fatti tuoi, in passato?
Sì, ho partecipato a qualche lunedì targato Cocoon come clubber ed è sicuramente una delle esperienze più incredibili che un appassionato di musica e di tutto quello che riguarda la club culture possa fare. Spiegarlo non è semplice, perché sei in un vortice di sensazioni – musica, luci, scenografie, quel getto di CO2 fortissimo che ti manda in paradiso… Oddio, ho la pelle d’oca!
Qual è il disco che ci sarà per forza nel primo set che farai lì, quello che non potrà mancare?
Ancora non lo so. Mi diverte stravolgere i miei piani in serata. Ognuno di noi ha un incipit in testa, una sorte di scaletta, così come dei dischi “salvavita”; ma alla fine penso che sia nella natura stessa del dj stravolgere tutto ed improvvisare, vivendo le reazioni della pista. Beh, a dire il vero ci si può anche sempre mantenere in una comoda confort zone… ma sai che noia!
Hai dei “luoghi del cuore” ad Ibiza?
Sarò sincera: non conosco benissimo Ibiza. L’ho vissuta sempre nel piano dei casini, nei mesi estivi, e sempre per pochi giorni. Poi qualche settimana fa mi è capitato di avere una gig lì e per la prima volta l’ho visitata fuori stagione: beh, so di non dire una novità ma è – strepitosa. Io poi ho una sorta di sindrome di Stendahl per il mare, per la natura in generale, e sono rimasta completamente rapita.
Come sta andando il tuo rapporto con Cocoon?
Ecco, questa può sembrare la classica risposta ruffiana, però prima di tutto Cocoon è un marchio che esiste da vent’anni e, insomma, già questo la dice lunga. Sven ha saputo creare una realtà che ha il suo stesso carisma, ha saputo mettere insieme un gruppo di persone straordinarie, professionali, educate e, soprattutto, appassionate ed entusiaste. Si respira uno spirito forte: si lavora sodo, c’è una grande serietà e precisione e questo ha contagiato anche una napoletana disordinata e sulle nuvole come me… ma tutto con ottimo umore!
Stai suonando ormai sempre più su scala europea: ci sono tante differenze rispetto alla scena italiana?
A parte i telefonini, non direi (ride, NdI). Mi capita di fare cose mastodontiche quando accompagno Sven, così come club più proporzionati a me quando sono sola: entrambe le occasioni sono una grande palestra. Suono in tante città per la prima volta, e questo è molto stimolante. Non trovo comunque tutte queste differenze: penso che in Italia siamo abituati molto bene.
Stai suonando comunque molto anche in Italia, e ora con Laterra sei anche inserita in un “gioco di squadra” che prima non avevi: come ti stai trovando?
Laterra per me è casa. Siamo un gruppo di amici che lavorano assieme. Non abbiamo bisogno di tante parole, alla base ci sono un affetto e una stima profondi. Ralf ne è il capo: lui è un visionario, un sognatore, ma è anche la persona che se mi perdo un attimo, beh, è lui che guardo e subito mi ritrovo. Se esiste un karma, beh, devo dire che mi ha portato ad essere circondata proprio dal genere di persone da cui speravo di essere circondata: sono fortunata.
(e occhio: sotto la versione inglese dell’intervista trovate il podcast creato quest’inverno per Flash Artist, la scuderia diretta emanazione di Cocoon Recordings)